“New York, New York, voglio svegliarmi nella città che non dorme mai per scoprire che sono una persona importante e ripartirò in un modo del tutto nuovo e se posso farlo lì lo farò ovunque”. Investito già dal primo istante da un’ondata di energia emanata da un popolo che vive questo evento in modo incommensurabile, Gabriele Ventura, il 3 novembre 2024, ha disputato la New York City Marathon. Stop al tempo di un orologio che in una città come new York non ha senso perché l’unico rintocco è quello del cuore che si muove di emozioni. “Già dalle primissime ore del mattino direzione Start, lo scenario è meraviglioso: un intero popolo che percepisci dentro di te, ti accompagna lungo tutto il percorso. Un manifesto di sport e sportività dove non esiste differenza di abilità, di genere, di razza, di età e quant’altro perché loro sono lì a tifare per tutti indistintamente e ti chiamano per nome (scritto sul pettorale), ti sostengono, ti acclamano ti offrono qualsiasi cosa, investendoti di affetto. Nei cinque diversi distretti, con le più disparate etnie del mondo: un’esplosione di gente, concerti e musica ovunque e quando pensi di ritrovarti nel silenzio del Queensboro Bridge al 26° km dove le forze cominciano già a cedere, giri la curva e alla First Avenue il tifo è assordante, da stadio e si riparte ubriachi di adrenalina. La gente impazzisce ai bordi delle strade e l’High Five (batti il cinque) simbolo di fratellanza è d’obbligo. “La Maratona di New York sarà pure una “commercialata” ma un’esperienza del genere regala ancora un po' di fiducia nell’umanità” cit. G.V.

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